"Con il mio brand di calzature 21.23 ho deciso quindi di puntare sulla diversità. Mi piace l’idea che sia qualcosa di diverso dal solito, un prodotto di nicchia e ricercato": l'intervista di Sara Baù a Chiara Bindoni.
Chiara Bindoni è una ragazza tenace, creativa e dallo stile unico. A 23 anni ha dovuto prendere le redini dell'azienda di famiglia, il negozio e brand di calzature Gran Galà by Clair fashion & dance. E lo ha dovuto fare in modo del tutto improvviso, da sola e in una situazione difficile.
Dopo due anni, grazie a tanta determinazione e fiducia in se stessa, non solo è riuscita a portare avanti l'azienda e a farla conoscere in tutto il mondo, ma anche a lanciare il suo brand di calzature 100% italiano 21.23. Per il momento, il brand offre un'esclusiva gamma di splendide loafers, tutte Made in Italy.
Abbiamo avuto il piacere di poter fare qualche domanda a Chiara, che ci ha raccontato del suo percorso e svelato tante curiosità su 21.23, le difficoltà di gestire un'impresa e i progetti per il futuro. Se sei curiosa di conoscere questa fantastica ragazza e il suo esclusivo marchio, leggi la nostra intervista.
Ciao Chiara. Raccontaci un po’ di te, del tuo percorso e dove sei arrivata oggi.
Ho 25 anni e da due anni a questa parte mi occupo dello sviluppo dell’azienda di famiglia. È stata una scelta presa con urgenza poiché, in seguito a un grave lutto, ho dovuto in poco tempo prendere in mano le redini di tutta l'amministrazione e buttarmi completamente in ciò che avevo già deciso di fare in un futuro lontano o vicino. Ho sempre lavorato nel settore della moda, cercando sempre di mettere in risalto la mia personalità poiché, soprattutto in questo mondo, ritengo che ogni lavoro ben fatto sia merito anche del proprio gusto estetico.
Come è nata la tua passione per la moda?
Sin da quando sono piccola ho avuto una spiccata passione per la moda. Ero solita passare ore e ore nel mio armadio cercando di creare degli outfit con ciò che trovavo, mettendo mano anche all'armadio della mamma o della nonna. Penso che il fatto di nascere in una famiglia in cui si è sempre lavorato in questo settore abbia influito: mio padre aveva un’azienda di calzature, i miei zii un negozio di abbigliamento. Non ho fatto altro che vivere costantemente circondata dalla moda e questo ha sicuramente influenzato il mio percorso.
Adoriamo il tuo stile: come scegli cosa indossare?
Io non pianifico mai come vestirmi, nemmeno quando ho degli eventi. L’unica cosa che faccio è buttarmi nell’armadio seguendo sia l'istinto che l'umore. Penso che il mio stato d’animo giochi un ruolo fondamentale nella scelta dei capi e credo sia giusto così in quanto, alla fine, credo che l'outfit sia come un biglietto da visita, un'espressione di chi siamo e, almeno per quanto riguarda me, rappresenta al 100% chi sono.Ti ispiri a qualcuno in particolare?
Non mi ispiro a nessuno in particolare. Io seguo molto la moda, le sfilate e lo street style in generale. Ciò che mi piace lo assimilo e cerco di renderlo più adatto a me, sia per il mio stile, sia per la mia fisicità. Mi piace sapere di avere uno stile mio che non sia scopiazzato qua e là, ma eclettico, come me. Sicuramente posso dire che mi piace mixare il vintage con lo stile moderno e ricercare costantemente pezzi unici da indossare. Soprattutto non mi limito ad avere uno stile uguale ogni giorno poiché ogni giorno è diverso e, come già detto prima, per me un outfit è espressione di ciò che sono e di come mi sento.
"21.23 nasce dalla mia costante necessità di creare qualcosa che sia completamente mio, di esprimere al meglio la mia creatività."
Hai da poco lanciato il tuo brand, 21.23: hai voglia di parlarcene?
Questo progetto nasce dalla mia costante necessità di creare qualcosa che sia completamente mio, di esprimere al meglio la mia creatività. L'origine del nome, invece, vorrei restasse nell'ombra poiché più che il significato, conta è il contenuto. Ci tengo molto a questo progetto perché comporta tanto lavoro da parte degli artigiani coinvolti nella sua realizzazione e anche per la ricerca costante della perfezione del prodotto. Ho sempre voluto proporre un articolo completamente Made In Italy, perché spesso non ci si rende conto della fortuna di abitare in un Paese in cui il settore manifatturiero sia riconosciuto come uno dei primi al mondo.
Purtroppo diverse aziende che devono far fronte ad un'elevata domanda di mercato, producono all’estero la propria merce, ma è bello sapere che nelle piccole realtà come la mia si può ritrovare l’amore e la passione per un prodotto confezionato completamente in Italia. Dalle suole, ai materiali, alla lavorazione in sé, fatta completamente da mani esperte del settore. Questo poi dà la possibilità di avere una calzatura personalizzabile a seconda delle richieste del cliente.
Quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare?
Le difficoltà, quando si gestisce un'impresa, si affrontano tutti i giorni, soprattutto quando vuoi che il prodotto sia curato al meglio e abbia una certa qualità. Per esempio è tanto ardua quanto importante la ricerca dei materiali giusti, dai tessuti per le tomaie a quelli per i pellami che devono essere attentamente scelti in virtù della funzione che devono avere. Sicuramente all'inizio le difficoltà erano maggiori, sia per la mia età (avevo 24 anni) che per l'aver dovuto affrontare questa ricerca da sola, ma imponendosi e facendo capire le proprie intenzioni diventa tutto più facile. Ci vuole pazienza, determinazione e soprattutto non bisogna farsi scoraggiare perché tante volte non è facile, ma ciò che conta è non mollare e andare avanti a denti stretti.
Come ti è venuta l’idea di puntare su un tipo particolare di scarpe, ovvero la loafer?
L’idea mi è venuta perché mio padre aveva creato questa tipologia di calzatura per il ballo e vedendole ho pensato che mi sarebbe piaciuto indossarle, così ho provato a farne un paio. Una volta viste con la forma giusta e i tessuti da me selezionati, me ne sono innamorata e ho deciso di proporla anche agli altri. Mi piace l’idea che sia qualcosa di diverso dal solito. È un prodotto di nicchia e ricercato. Trovo sia inutile puntare su prodotti che si trovano comunemente sul mercato; ho deciso quindi di puntare sulla diversità e per ora ho avuto riscontri positivi.
"Mio padre aveva creato questa tipologia di calzatura per il ballo e, vedendole, ho pensato che mi sarebbe piaciuto indossarle, così ho provato a farne un paio. Ho pensato alla forma, selezionato i tessuti e me ne sono innamorata. Ho deciso quindi di proporla agli altri."
In futuro prevedi di ampliare la gamma prodotti di 21.23? Sicuramente 21.23 non è nato solo come brand di calzature (di cui comunque già a settembre usciranno i nuovi prodotti invernali), ma nasce un po’ come un modo di esprimermi. Il prossimo ampliamento che verrà fatto riguarderà l’abbigliamento sartoriale, anche questo un progetto che ho in costruzione da tempo che sta per iniziare. Quindi rimanete connessi perché arriveranno tante novità.
Cosa speri per il futuro? Non voglio pensarci. Me lo sto costruendo pezzo per pezzo e posso solo incrociare le dita e sperare che tutto vada per il meglio.
Clicca QUI per vedere tutti i look proposti e leggere l'intervista sul portale di FOXlife.